La nuova crisi energetica

I numeri parlano chiaro. Nel mondo ci sono ancora quasi 760 milioni di persone che non hanno alcun accesso all’energia elettrica. Praticamente come se un’area popolata come l’Europa fosse completamente senza corrente. Anche nell’ambito dell’energia elettrica, c’è quindi uno squilibrio più che evidente. Nei Paesi sviluppati se ne fa un uso anche troppo eccessivo, in quelli in via di sviluppo invece, è praticamente assente. L’obiettivo 7 dell’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, ha come traguardo quello di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. La nuova crisi energetica, ulteriormente aggravata dalla delicata situazione che si è venuta a verificare in Ucraina, sta certamente condizionando il già complesso percorso dell’Agenda 2030. Gas e Nucleare sono state da poco confermate nella tassonomia UE, come fonti utili per la transizione ecologica e nello specifico energetica, aprendo un accesso dibattito. In molti Paesi inoltre, già si parla di incrementare l’uso del carbone per sopperire all’eventuale diminuzione di produzione di energia elettrica prodotta grazie al gas della Russia. Non sono buone notizie se pensiamo alla questione dell’accesso equo all’energia.

Anche una crisi però può generare delle opportunità. La dipendenza tra Paesi per l’import/export di combustibili fossili per la produzione di energia, mette in risalto ancora una volta la necessità di investire sulle rinnovabili, semplificando la burocrazia che ne limita la diffusione. Se non si è in grado di agevolare la transizione energetica nei Paesi sviluppati, come è possibile immaginare di portare l’energia elettrica in quei Paesi dove non c’è?
Quasi 1/3 della popolazione mondiale, per riscaldarsi, cucinare e illuminare, utilizza strumenti obsoleti che funzionano con carbone e legna, con conseguente aumento dell’inquinamento. Ad un allargamento dell’accesso all’energia elettrica anche dove non è presente o mal prodotta, va poi unito un più consapevole utilizzo dove invece ce n’è più che a sufficienza. Che tutti abbiano l’opportunità di accedere a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni è fondamentale per promuovere equità e sviluppo sociale ed economico, ma è altrettanto importante saper gestire questi sistemi ottimizzandone lo sfruttamento attraverso comportamenti virtuosi nelle azioni quotidiane e in quelli della produzione di beni e servizi.

Le crisi energetiche sono ormai cicliche. Gli interessi geopolitici ed economici dietro lo sfruttamento dei combustibili fossili, ne hanno causato più di una. Se veramente si vuole uscire da questo meccanismo infernale che condiziona fortemente gli equilibri socio-economici sul pianeta, bisogna aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo totale dell’energia, migliorare l’efficienza energetica, ottimizzare l’uso dell’energia elettrica, cooperare maggiormente nello sviluppo e nell’investimento sulle rinnovabili e implementare infrastrutture moderne e sostenibili per la produzione di energie elettrica nei Paesi che ne sono privi.

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