Si può parlare in tanti modi di sostenibilità, e una fiaba è certamente il più indicato per arrivare ai bambini. Il grande poeta Pablo Neruda diceva:” Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti”. Ecco perché il Festival della Sostenibilità ha immaginato la Fiaba della Sostenibilità, una divertente e costruttiva opportunità dove grandi e piccini hanno potuto realizzare una Fiaba partecipata nella creazione, utilizzando tutti i linguaggi dell’arte e tutti i canali disponibili - sia online che offline. Un’esperienza “transmediale”, coinvolgente e unica nel suo genere, che ha consentito di ottenere un’opera prima collettiva e innovativa! La Fiaba della Sostenibilità è arrivata quasi alla sua conclusione. Dopo il contributo dei fan della nostra pagina Facebook, sono stati scelti, per ogni fase della sua realizzazione, i contributi più belli che hanno formato i capitoli della Fiaba sulla storia del borgo Tuttisùperterra. Dopo aver unito tutti i capitoli della Fiaba della Sostenibilità, manca però ancora qualcosa… IL TITOLO! La storia del borgo di Tuttisùperterra aspetta ancora un titolo! Abbiamo ancora bisogno del vostro contributo per terminarla, quindi stupiteci con le vostre idee come avete fatto fino ad ora!
La fantasia è una caratteristica della mente che permette agli esseri umani di immaginare, e il Festival della Sostenibilità è il posto giusto dove farne uso per utilizzarla a sostegno dell’ambiente che ci circonda. Volete rileggerla completa? Eccola…e non dimenticate che per chi partecipa ci sono anche dei gadget/riconoscimenti a disposizione. Scoprite di più su Regolamento della Fiaba della Sostenibilità… e buona ricerca del TITOLO a tutti!
“C'ERA UN VOLTA, nella fantastica Valle da Venti a Trenta, un piccolo e grazioso Borgo chiamato Tuttisùperterra. La valle aveva un aspetto ridente e gioioso, splendeva sempre il sole e nel suo cielo comparivano arcobaleni di mille colori; gli alberi erano bellissimi, crescevano forti e davano frutti sani. La valle era un vero e proprio orto “condiviso” dove crescevano in abbondanza i frutti della terra: pomodori, melanzane, zucchine, broccoli, piselli e tanto altro ancora. Tante verdure buone e bio a seconda della stagione. Nei campi ondeggiavano il grano saraceno, la segale e il farro con cui si faceva del pane buonissimo, che, quando era caldo, profumava tutta la vallata; inoltre gli altopiani delle montagne davano delle patate eccellenti.
Era un posto magico. Infatti nelle foreste incantate della Valle dai castagni cadevano caldarroste fumanti, si trovavano facilmente funghi multicolori, profumati e invitanti, sotto i quali abitavano gnomi simpatici e giocherelloni, che dispensavano la loro saggezza con indovinelli curiosi e si accattivavano le simpatie di grandi e piccini. Nel cielo veleggiavano mongolfiere a forma di aglio, di pompelmo, di fragola, di mela e di avocado. Enormi zucche e cocomeri svuotati fungevano da case e le strade erano illuminate dalla luce calda di miliardi di lucciole. Dalle montagne scendevano torrenti di latte di cocco e di mandorla che univano i loro corsi in un unico fiume che manteneva separate le diverse correnti, per sfociare infine in una grotta ricca di alghe commestibili, pesci e grosse carote come stalattiti.
Il borgo più importante della Valle, Tuttisùperterra, brulicava di vita: si incontravano dappertutto persone sorridenti che godevano di ottima salute. I bambini sorridevano felici correndo e saltellando qua e là, giocando all’aperto, mai stanchi e senza conoscere la noia. Andavano a scuola a piedi o in bicicletta, accompagnati dai loro nonni o genitori. Nel villaggio era molto diffuso l’uso di frutta e verdura come principale fonte di alimentazione e questi alimenti ricambiavano chi se ne cibava rendendoli forti, gioiosi e ricchi di vitalità, come si vedeva a occhio nudo dal colorito roseo e dalla pelle liscia e luminosa. Il loro sistema immunitario li proteggeva da qualsiasi attacco di virus, funghi e batteri cattivi, mentre nel loro intestino abitavano schiere di batteri “amici”. Il movimento quotidiano e la sana abitudine di praticare diversi sport, in particolare quelli all’aria aperta, manteneva gli abitanti agili e snelli, rendendoli poco propensi a dolori muscolari, traumi e patologie articolari. La popolazione di Tuttisùperterra non conosceva poi le parole ipertensione, arteriosclerosi e tanto meno infarto. Non esistevano le auto private: solo mezzi pubblici a idrogeno e non era conosciuta la parola inquinamento.
Il borgo intero godeva della protezione dei 17 sapienti della Valle da Venti a Trenta: un po’ scienziati, un po’ esperti, un po’ sciamani, che si diceva avessero più di 1000 anni!!!!!!! La loro longevità era data dalla sana alimentazione, dalla pratica regolare di attività fisiche, dalla capacità di risolvere qualsiasi dissidio con il confronto. Studiavano tanto e s’impegnavano molto per tenere la Valle in equilibrio con la natura. Tuttavia Tuttisùperterra era governata da tre sindaci che non erano sempre d’accordo sulle decisioni da prendere. Senzaguerra, era contro tutte le guerre del mondo, perché creavano fame, povertà, malattie e ingiustizia sociale. Senzafossile, era per le energie rinnovabili e lottava per spegnere le centrali nucleari e per sostituire il petrolio e il carbone con altre fonti d’energia pulita quali il sole, il vento, l’acqua. Diceva che aver bruciato nell’aria tanto petrolio e carbone aveva fatto impazzire il clima; il pianeta si era surriscaldato e gli abitanti e gli animali ne stavano soffrendo. Sologuadagno, era invece affascinato dal denaro e voleva farlo sempre e solo con facilità; alcuni cittadini dicevano che i soldi che aveva fatto erano stati il frutto di azioni illecite come lo smaltimento di rifiuti pericolosi in alcune zone della valle; lo sfruttamento dei bambini nelle miniere; la vendita di armi e di petrolio di contrabbando. Qualcuno diceva che la serenità del borgo era in pericolo...
Gli abitanti del Borgo Tuttisùperterra della Valle Da Venti a Trenta, si sentivano al sicuro grazie all'impegno dei 17 sapienti per tenere a bada le incomprensioni che nascevano tra i tre sindaci Senzaguerra, Senzafossile e Sologuadagno. I 17 sapienti furono scelti democraticamente dagli abitanti di Tuttisùperterra per fare in modo che non accadessero più cose brutte nel loro borgo come malattie, ingiustizie, guerre e inquinamento. Ma i sapienti cominciavano ad essere un pò stanchi perché erano molto anziani e quindi stava diventando sempre più difficile per loro, impedire ai tre giovani sindaci di litigare su quali fossero le cose più importanti da fare per il Borgo Tuttisùperterra. Dopo tanti anni di serenità e di benessere, i genitori dei bambini e delle bambine di Tuttisùperterra iniziarono ad evere paura di perdere tutto quello che di buono si era fatto nel tempo e per il futuro dei loro figli. Il sindaco Sologuadagno si rese conto che i 17 sapienti iniziavano ad essere un pò affaticati e anche che gli abitanti del Borgo cominciavano ad avere paura per il proprio futuro. Allora iniziò ad approfittare della loro paura ed insicurezza, e cominciò a parlare male degli altri due Sindaci Senzaguerra e Senzafossile. Accecato dalla voglia di fare tanti soldi senza preoccuparsi delle brutte conseguenze per gli abitanti del Borgo, il sindaco Sologuadagno iniziò ad andare in giro a dire che non era vero che il sindaco Senzaguerra era contro le guerre nel mondo, ma che lo diceva solo perché gli piaceva comandare e dire alle persone cosa dovevano fare. Non solo, il sindaco Sologuadagno andava nelle case, nelle scuole, nei parchi e in televisione a dire che il sindaco Senzafossile usava un'inquinante caldaia a carbone per riscaldarsi durante l'inverno e che di notte andava nei bellissimi giardini degli altri abitanti del Borgo Tuttisùperterra e ci sotterrava i suoi rifiuti pericolosi.
Molti abitanti del Borgo non vollero credere alle bugie che diceva il sindaco Sologuadagno e gli dissero di andare via e di non tornare più a casa loro fino a quando non avesse chiesto scusa agli altri due sindaci e iniziato a comportarsi bene rispettando l'ambiente e le persone e a pensare di meno al guadagno. Inoltre decisero di andare a dire tutto ai 17 sapienti per avere un consiglio su cosa fare per far smettere il sindaco Sologuadagno di dire così tante bugie sul conto di Senzaguerra e Senzafossili.
Quando i sapienti seppero delle bugie che il sindaco Sologuadagno stava dicendo in giro per il Borgo per screditare gli altri due sindaci, si arrabbiarono e decisero di radunare tutti gli abitanti di Tuttisùperterra nel grande campo di grano della Valle Da Venti a Trenta. Dissero che non dovevano credere alle bugie di Sologuadagno e che per fare in modo di farlo smettere, dovevano impegnarsi ancora di più a comportarsi in modo corretto facendo con più attenzione la raccolta differenziata, a pulire le strade del Borgo per renderlo ancora più bello, a fare ancora più attenzione a mangiare solo cose sane e che rispettano l'ambiente e ad aiutare gli abitanti del Borgo Tuttisùperterra che erano in difficoltà.
I 17 sapienti dissero agli abitanti del Borgo che solo dimostrando di comportarsi nel migliore dei modi nei confronti dell'ambiente e del prossimo, era possibile far capire alle persone che stavano credendo al sindaco Sologuadagno, che le sue erano solo bugie. Il consiglio dei 17 sapienti fu davvero prezioso. Moltissimi abitanti del Borgo, iniziarono ad impegnarsi ancora di più a rispettare l'ambiente e il prossimo e molte persone che avevano dei dubbi sulla buona condotta del sindaco Senzaguerra e Senzafossile, capirono che Sologuadagno stava dicendo solo delle menzogne. Purtroppo era rimasto un gruppo di abitati del Borgo Tuttisùperterra che continuò a credere alle bugie di Sologuadagno, il quale riuscì nel suo intento di diventare più potente e spingere questo gruppo di abitanti a comportarsi come lui. La sicurezza e la serenità del Borgo Tuttisùperterra era così in pericolo e in molti iniziarono ad avere paura. Paura di rivedere degli inquinanti aerei voleggiare nel cielo al posto delle mongolfiere a forma di aglio, di pompelmo, di fragola, di mela e di avocado. Paura di rivedere i cantieri per la costruzione dei bruttissimi palazzi in cemento al posto delle case fatte con enormi zucche e cocomeri svuotati.
Paura di ritrovare dei pali della luce al neon in metallo al posto dei miliardi di lucciole che illuminavano le strade e che sarebbero fuggite in un borgo più bello della Valle da Venti a Trenta. Ma anche paura di ritrovarsi circondati dai fumaioli inquinanti delle industrie chimiche e dalle automobili al posto delle biciclette. Bisognava fare qualcosa per scongiurare tutto questo! Gli abitanti ancora rispettosi dell'ambiente e del prossimo del Borgo Tuttisùperterra, decisero di riunirsi per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, per far tornare in sé il gruppo di abitanti di Tuttisùperterra decisi a credere e seguire il bugiardo sindaco Sologuadango. Era necessario trovare urgentemente una soluzione, per impedire che l'idilliaco borgo decadesse sotto i colpi di un progresso errato. Una trasformazione antropica nociva alla natura che fino all'ora aveva animato e contraddistinto la gioisa cittadina. Gli abitanti volenterosi di salvare la loro amata terra, spinti da uno spirito patriottico di salvaguardia del proprio territorio, decisero di confrontarsi per cercare di porre rimedio ad una situazione che piano piano assumeva sempre più i contorni di una catastrofe naturale. Assistiti dell'esperienza dei 17 saggi, convocarono in gran segreto un'assemblea sulla cima della montagna che sovrastava la cittadina di Tuttisùperterra, in modo tale da lasciare all'oscuro del loro piano Sologuadagno.
La sera della riunione abbandonarono di nascosto il paese per raggiungere il luogo dell'incontro. Una volta lì si accorsero come il loro meraviglioso borgo, visto dall'alto della montagna, non apparisse più colorato, radioso e profumato...ma a causa delle nuove disposizioni iniziasse ad essere grigio, piatto, spento, caratterizzato da torri di fumo che si sviluppavano verso il cielo ed emanavano cattivi odori industriali..iniziasse a trasmettere un senso di tristezza, come a spegnere la vitale natura che lo circondava. Come potevano fermare questo corso degli eventi? Non potevano agire con la forza, perché non avrebbe portato a nulla. L'unica soluzione era mostrare, dimostrare che tutto questo stava distruggendo la loro amata Valle, portando a condizioni di vita peggiori di quelle vigenti fino a quel momento. Perciò decisero di costruirsi un borgo nel borgo, una cittadina adiacente Tuttisùperterra al di là del bosco, governata da Senzaguerra e Senzafossile per dimostrare che solamente politiche rispettose della natura potevano portare ad una vita sana e felice, a differenza di quella interamente industriale del sindaco Sologuadagno. Col passare dei giorni nella Valle Da Venti a Trenta nacquero due nuove cittadine; la vecchia Tuttisùperterra, ormai trasformata e trasfigurata dalle ciminiere del nuovo sindaco, ed una nuova Tuttisùperterra che portasse avanti gli ideali dello splendido Borgo di una volta. Col passare dei giorni gli abitanti che decisero di credere a Sologuadagno si accorsero che a differenza dei loro ex-concittadini, la loro salute iniziava a peggiorare.
Tutto quell'inquinamento lì stava facendo ammalare. Ortaggi, frutta dei loro orti non fioriva più colorita, saporita e succosa, bensì raggrinzita, opaca, insapore; questo perché persino i terreni iniziarono ad ammalarsi, a causa di tutto quell'inquinamento insostenibile, non solo gli abitanti; in primis la natura iniziò a soffrirne. La notte non si dormiva più a causa dell'incessante rumore delle fabbriche attive notte e giorno. Gli abitanti che avevano sempre goduto di ottima salute iniziarono ad avvertire problemi respiratori a causa dell'aria inquinata. Il sole non splendeva più, ma costanti nuvoloni grigi di smog animavano il cielo.
Di contro, al di là del bosco, i loro ex-amici vivevano felici e allegri come sempre. Sereni, riposati, in salute, immersi in una natura rigogliosa che sorrideva ai bambini e profumava le vie della Borgo. Così, piano piano, iniziarono a migrare verso i loro ex-compagni, scusandosi dell'errore commesso nell'appoggiare Sologuadagno. Velocemente la vecchia Tuttisùperterra si spopolò lasciando Sologuadagno sempre più solo. Invano cercò di convincere gli ultimi cittadini a restare nella sua città, ormai distrutta e logorata dall'industrializzazione e privata della ridente natura che da sempre l'aveva contraddistinta. Ma ormai non c'era nulla da fare. C'è voluto del tempo, ma alla fine tutti i cittadini hanno capito che la strada da seguire per avere un Borgo bello e vivibile non era quella di Sologuadagno, ma era la politica di Senzaguerra e Senzafossile, che rispettasse la natura in cui vivevano. Avevano compreso che vivendo nella natura l'unico modo per conviverci era rispettarla, non maltrattarla, altrimenti si sarebbe rivoltata trasformando la loro vita in qualcosa di invivibile. Sologuadagno rimase solo e triste, abbandonato da tutti, a piangere in una città deserta da lui costruita e voluta, pensando potesse portarlo a diventare ricco. Forse aveva guadagnato un pò di soldi, ma si accorse di essere molto più povero di prima. Con qualche moneta in più in tasca ma in un ambiente invivibile, e malvoluto da tutti. Ammessa la sconfitta del suo progetto decise di tornare dai suo concittadini i quali dopo essersi consultati con i 17 saggi decisero di dargli una seconda possibilità, di perdonarlo, reintegrandolo nella loro nuova e bellissima Tuttisùperterra, ora governata solo da Senzaguerra e Senzafossile”.