Quello della Transizione Ecologica, è un dicastero nato da pochissimo in Italia ma già presente in altri Paesi europei da qualche anno. E’ stato istituito con l’insediamento dell’ultimo governo Draghi ad inizio 2021. Prima di capire di cosa si occupa questo nuovo ministero e quali obiettivi si prefigge, ricordiamo qual è il significato di “Transizione Ecologica”. Con “Transizione Ecologica”, si intende il passaggio da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell’impiego delle risorse, a un modello che invece si basa sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Rappresenta quella svolta epocale che deve portarci verso la realizzazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Attraverso la Transizione Ecologica, si vuole contrastare il cambiamento climatico, la dipendenza energetica dai carburanti di origine fossile, le disuguaglianze sociali sempre più nette anche a causa della pandemia.
E’ evidente che per portare avanti con successo la complessa fase della Transizione Ecologica, è necessario non solo l’impegno dei governi nell’incentivare e promuovere il green thinking nel mondo delle imprese puntando sulle rinnovabili, l’agroecologia, l’economia circolare, la mobilità a zero emissioni e la salvaguardia delle biodiversità, ma anche quello di ogni singolo cittadino in ogni scelta che fa nel quotidiano. Ma vediamo ora di cosa si occuperò Il nuovo Ministero della Transizione Ecologica (MiTE). Questo dicastero nasce dal precedente Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, inglobando le competenze in materia energetica di cui si occupava il Ministero dello Sviluppo Economico. Proprio riguardo quest’ultimo ambito, si può parlare di una delega del Ministero della Transizione Ecologica, dedicato alla transizione energetica. Il percorso verso la totale conversione di fonti di energia prodotta mediante combustibili fossili, a quella generata dalle rinnovabili, è ancora lungo e specialmente in Italia.
Nel nostro Paese infatti, quasi l’85% del fabbisogno energetico nazionale proviene da combustibili fossili. Il Ministero della Transizione Ecologica avrà quindi il compito di promuovere e incentivare la decarbonizzazione, con l’obiettivo di ridurre drasticamente l’emissione di CO2 nell’atmosfera. Tra le altre importanti competenze del MiTE, ci sono la tutela del patrimonio marino, la valutazione dell’impatto ambientale di opere sottoponendo i progetti ad approvazione e autorizzazione, la tutela del suolo sia per quanto riguarda la desertificazione che i rischi idrogeologici. Parlando poi di politica energetica, il Ministero della Transizione Ecologica si occuperà anche di strategia energetica nazionale, reti di trasporto, infrastrutture energetiche, smantellamento delle centrali nucleari dismesse, regolamentazione degli impianti petroliferi. Con il “nuovo” Ministero per la Transizione Ecologica, confidiamo nell’aumento degli investimenti a favore dello sviluppo sostenibile come quelli previsti con il Recovery Fund, lo strumento individuato dalla Commissione europea per rilanciare le economie dei Paesi membri dopo la crisi causata dall’epidemia di coronavirus.