Agenda 2030 e sistemi alimentari

L’Agenda 2030 si pone degli obiettivi epocali e, se non verranno messi in atto nei tempi prefissati, le conseguenze sia dal punto di vista ambientale che sociale saranno catastrofiche. Per poterli realizzare non ci sono da affrontare ostacoli insormontabili, ma è solo questione di volontà e impegno che devono essere trasversali e incondizionati. La salvezza del pianeta e la qualità della vita degli esseri umani, è solo nelle nostre mani. Una delle più grandi sfide che il programma dell’Agenda 2030 prevede, è quello della trasformazione dei sistemi alimentari mondiali. Per sistema alimentare non ci si riferisce solo al consumo, ma anche tutti i differenti passaggi che riguardano la nutrizione. Dalla coltivazione alla raccolta, dal confezionamento alla distribuzione e, infine, alla commercializzazione e al consumo finale. Nel modello economico che si è creato con l’avvento dell’industrializzazione, ci si è allontanati sempre di più da quello che può essere definito un sistema alimentare sostenibile. Le grandi produzioni di massa, gli allevamenti intensivi, il trasporto dei prodotti, gli imballaggi e così via, hanno generato un decadimento del sistema dal punto di vista della sostenibilità, il che ci ha portato ad una situazione critica non solo per la salute del pianeta, ma anche di quella delle persone.

Tutto in nome del guadagno, degli interessi politici e della speculazione. Ma, come si dice, tutti i nodi vengono al pettine. Ci troviamo ad affrontare una questione che non può più essere rimandata. La trasformazione dall’attuale sistema alimentare in uno sostenibile, potrà avvenire solo quando sarà in grado di fornire cibo nutriente e a sufficienza per tutti, senza compromettere la salute del pianeta e la qualità della vita delle generazioni future. La pandemia scatenata dal coronavirus, non è certamente stata d’aiuto e ha peggiorato molti aspetti legati ai sistemi alimentari mondiali.
Non è quindi semplice essere ottimisti riguardo al traguardo del 2030 come anno di risoluzione di questi problemi. Bisogna affrontare con più decisione ed investimenti alcuni aspetti macroscopici dei sistemi alimentari attuali. Per cominciare, bisogna fare di più per quanto riguarda l’accesso al cibo. Attualmente nel mondo, quasi 700 milioni di persone soffrono la fame, ovvero il 9% della popolazione mondiale. Chi invece ha la possibilità di disporre di cibo ogni giorno, non è in grado di gestirlo nella qualità e nella quantità. Non solo per l’incalcolabile spreco di cibo, ma anche per la pessima educazione alimentare incentivata dal consumismo sfrenato, che provoca ogni anno più morti di quanti ne causa il fumo. La popolazione mondiale continua a crescere e con essa la necessità di prodotti alimentari. Il pericolo da scongiurare e quello di un incremento degli allevamenti intensivi per poter rispondere a tale domanda. Questo tipo di allevamenti sono tra le principali cause di emissione di CO2 nell’aria, di deforestazione e anche di possibili epidemie. Altre due questioni importanti legata al sistema alimentare, sono quelli del confezionamento e del trasporto.

Molto si sta facendo nell’ambito degli imballaggi per evitare di utilizzare materiali inquinanti come la plastica a vantaggio di quelli compostabili, biodegradabili e riciclabili al 100%, ma è necessario aumentare gli incentivi e gli investimenti per eliminare del tutto la plastica come materiale di confezionamento per gli alimenti. Per ridurre invece l’inquinamento dovuto al trasporto di prodotti per il consumo alimentare, bisogna promuovere maggiormente e anche qui incentivare, il consumo di prodotti a km zero. L’impegno dei governi e dei cittadini è sicuramente sempre più consistente. La strada da percorrere è ben chiara. Il tempo a disposizione per risolvere tutte queste questioni, purtroppo è sempre meno.

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